19/03/2012

L’articolo pubblicato due giorni fa sul quotidiano del capoluogo regionale in merito ai viaggi e missioni dei consiglieri regionali ha riproposto ancora una volta il tema, mai accantonato, dei costi della politica. Un tema trattato più volte anche nella nostra newsletter che però riconquista ciclicamente le prime pagine dei giornali perchè….irrisolto.
Ricordate la campagna avviata dal quotidiano “Il Piccolo” con lo slogan “Dimezziamoli”? Non si era ancora esaurita la sua spinta in Friuli Venezia Giulia che un’analoga campagna, il 27 ottobre 2011, veniva avviata da “Zapping”, il programma del giornale radio curato da Aldo Forbice.
Prese di mira, anche in questo caso, le indennità di parlamentari e consiglieri regionali, i vitalizi, cioè le pensioni di queste categorie, le indennità di fine mandato, quella sorta di t.f.r. per i rappresentanti del popolo che in Friuli Venezia Giulia viene chiamata “indennità di reinserimento” (!).
Non dimentichiamo che, con la manovra di Ferragosto (decreto legge 138/2011 del Governo Berlusconi) era  stato stabilito che a decorrere dal 1 gennaio 2012 dovevano essere ridotti gli emolumenti e le utilità previsti in favore dei consiglieri regionali entro il limite dell’indennità massima spettante ai membri del parlamento. Da subito si aprì lo scontro sulla corretta interpretazione del testo e, quindi, su quale dovesse essere questa indennità di riferimento. Non occorreva scomodare fior di giuristi: gli emolumenti e le utilità considerate, in base al Dl 2/2010, dovevano comprendere le indennità di funzione, le indennità di carica, la diaria e il rimborso spese percepiti a qualunque titolo in virtù del mandato di consigliere regionale. Tutto chiaro no?
Ma che ne è stato di questa norma?
Fissato il parametro in 11.500 euro mensili, erano pochissime le Regioni in grado di rispettarlo, ancor meno quelle che vi si sono adeguate, complice la mancanza di sanzioni per gli inadempienti. Di certo non si è adeguata la nostra regione che, anzi, forse proprio per aggirare la norma nazionale, ha votato con grande speditezza lo sganciamento dell’indennità dei consiglieri da quella dei parlamentari. Una battaglia della nostra Lista Civica nella scorsa legislatura cavalcata oggi, in maniera truffaldina, da chi ai tagli ed al ridimensionamento delle indennità preferisce sottrarsi.
Ma facciamo un po’ di conti e, anche, un’operazione di trasparenza.
Ad oggi, la paga del consigliere del Friuli Venezia Giulia si compone di una indennità lorda base di 10.644,73 euro mensili cui va aggiunto il rimborso forfettario (calcolato a forfait su 21 accessi alla sede del consiglio regionale ) di 735 euro per i pasti per un totale di 11mila 379,73 euro. C’è poi il rimborso auto calcolato a forfait anch’esso su 21 accessi al consiglio (533,68 euro al mese per gli eletti nella circoscrizione di Trieste, 1.494,30 se eletti in quella di Gorizia, 2.136,53 per quella di Udine, 3.208,70 ai consiglieri della circoscrizione di Tolmezzo, 3.210,27 se eletti in quella di Pordenone). Come si vede, ben oltre il parametro massimo fissato dalla legge statale.
Ogni consigliere, poi, ottiene 45-46.000 euro netti per ogni legislatura effettuata (indennità di fine mandato) a fronte di una trattenuta mensile del 5% della busta paga per un totale di 37.000 euro. Il 17% dello stipendio viene trattenuto, invece, ogni mese per il vitalizio che interessa oggi 144 ex consiglieri ai quali spettano, in media, 4.500 euro mensili lordi.
In Friuli Venezia Giulia è ormai dal luglio del 2011 che si parla dei costi della politica e ben 21 proposte di legge sono state depositate dai gruppi consiliari. Un disegno di legge ad hoc è stato annunciato dallo stesso Tondo in occasione del suo intervento in Consiglio il 27 settembre dello scorso anno.
Da allora l’unica cosa fatta è stato avviare, con un’enfasi inversamente proporzionale ai risultati concreti, il tavolo bipartisan sui costi della politica che, insediato il 22 settembre, di rinvio in rinvio, ha prodotto, ad oggi, il solo passaggio del vitalizio dal sistema retributivo al contributivo (ma solo a partire dalla prossima legislatura) ed una pasticciata proposta sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali, oggetto peraltro di furibonde lotte tra spezzoni di PDL e PD in Parlamento.
Stravolte pesantemente le pensioni di alcuni milioni di italiani, avremmo voluto un chiaro, non equivoco segnale dalla classe politica. Le risposte arrivate sinora non possono non essere giudicate colpevolmente insufficienti.
Due regioni hanno abolito i vitalizi e la Provincia di Trento si è spinta ancor più in là tagliando anche i vitalizi già in godimento agli ex in una logica di solidarietà.
Da noi si obietta: non si può fare, si tratta di diritti acquisiti.
Rivolgiamo ancora una volta la domanda che tanti cittadini “normali” si pongono: sono diritti acquisiti?
Diciamo che lo erano anche quelli dei cittadini ai quali è stata spostata in avanti la data della maturazione del diritto alla pensione e che si sono visti cambiare il contratto firmato con lo Stato quando erano entrati nel mercato del lavoro.
Aspettiamo Tondo e, con lui, a partire dal presidente del consiglio regionale Franz, tutti gli altri che in questi mesi hanno promesso di voler intervenire seriamente per abbattere i costi della politica e colpire i privilegi. Abbiamo ben presenti gli impegni che il presidente ha assunto il 27 settembre 2011 sul numero dei consiglieri, sulla composizione della giunta, sulle segreterie particolari, sui vitalizi, sulle incompatibilità tra incarichi pubblici, sulle province e sulla dichiarata volontà di voler ascoltare in proposito il parere dei cittadini.
Il presidente Franz, il 21 settembre 2011, ha dichiarato:”E’ necessario che non ci siano fughe in avanti, che si faccia un lavoro serio e concreto per arrivare a una proposta unica, la più condivisa possibile. Il segnale da dare è di serietà e compattezza, mostrando che anche noi vogliamo fare dei sacrifici, come quelli richiesti a tutto il Paese, e perchè i cittadini abbiano da noi, come chiedono, un buon esempio.”
Sono passati sei mesi. E’ ora di passare ai fatti.

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