LA CULTURA IN REGIONE DOPO L’ASSESTAMENTO DI BILANCIO LUCI ED OMBRE

L’appuntamento di metà anno è molto atteso, soprattutto, perché rappresenta l’occasione per porre rimedio alle criticità prodotte durante la finanziaria che – almeno per quanto riguarda le attività e i beni culturali – sta diventando un passaggio di grande preoccupazione per tutte le istituzioni e gli operatori culturali della nostra regione.
Vediamo allora come sono andate le cose nel Consiglio regionale di fine luglio.
Cominciamo dalle notizie positive e dal buon gioco di squadra messo in campo fra l’Assessore regionale Elio De Anna ed alcuni consiglieri regionali che trasversalmente si sono impegnati per migliorare la dotazione economica di questo trascurato settore.

Cominciamo dal settore teatrale che segnalava per bocca di ARTS – l’associazione che raccoglie le più importanti realtà regionali – la necessità di un reintegro pari almeno a 575 mila euro: alla fine la somma reintrodotta è pari a 628 mila euro suddivisa proporzionalmente fra Teatro Verdi e Stabile del FVG di Trieste, Teatro Verdi di Pordenone e Gorizia, Teatro Giovanni da Udine, Comunale di Monfalcone, ERT, i teatri di produzione quali sono il CSS di Udine, La Contrada e la Coop. Bonawentura di Trieste e il CTA di Gorizia. A queste risorse si devono anche aggiungere i 160 mila euro per il Teatro Stabile Sloveno quale quota associativa della Regione.

Soddisfazione per l’esito del voto è stato espresso dal presidente di ARTS Alberto Bevilacqua che ha seguito in aula fino all’alba – stoicamente –  il lavoro dei consiglieri.
Identica soddisfazione è stata espressa dalle istituzioni del cinema – raccolte in CINEMA FVG – che hanno visto reintegrata completamente la somma di 140 mila euro che risultava mancante rispetto al bilancio 2010.

Bene anche il settore della produzione audiovisiva che afferisce alle Attività Produttive dell’Assessore Federica Seganti che ha potuto registrare un più 140 mila euro per il Film Fund della Film Commission FVG e un più 100 mila euro per il Fondo regionale dell’Audiovisivo. Inoltre è stato posto rimedio con un emendamento giuntale ad hoc a dei precedenti errori formali che di fatto non avevano consentito l’espletamento – nel 2011 – di nessun bando per i prodotti audiovisivi regionali.
E’stato – inoltre – accolto – un ordine del giorno sottoscritto dai consiglieri della provincia di Gorizia Valenti, Brandolin, Brussa, Antonaz, Razzini e da Colussi che impegna la Giunta ad approvare al più presto il Regolamento per l’apertura di nuove sale cinematografiche in regione. Documento che era già stato approvato in via preventiva dall’Assessore Roberto Molinaro ancora il 4 agosto del 2010.
Si tratta di uno strumento importante previsto dalla legge n.21/2006 sul cinema per la regolazione di eventuali nuovi insediamenti multiplex garantendo per le strutture già esistenti un minimo di salvaguardia. Si tratta di un regolamento importante visti i progetti – annunciati sulla stampa – per la realizzazione di nuovi multiplex nei centri commerciali dell’area goriziana e pordenonese: megastrutture che, se approvate, metterebbero a serio rischio la sopravvivenza delle sale già attive da tempo.

Sono stati infine implementati alcuni capitoli riguardanti le leggi sulla cultura: in particolare la L.R.68/81 con 750 mila euro e la L.R. 3/98 con 103 mila euro. Altri piccoli finanziamenti hanno riguardato l’Università popolare di Trieste (40 mila euro), nei Suoni e nei luoghi (20 mila euro), èStoria di Gorizia (15 mila euro), la Fondazione Bon cui fa riferimento l’Orchestra Sinfonica Mitteleuropea (145 mila euro), la Fondazione Museo carnico delle arti popolari di Tolmezzo (100 mila euro), Comune di Manzano per il Festival della canzone friulana (40 mila euro), la neonata Fondazione delle Dolomiti – Unesco (120 mila euro).

Non sono mancati gli interventi ad personam discutibili per la loro scarsa qualità, appropriatezza ed opportunità: parliamo ad esempio del monumento dedicato all’VIII reggimento alpini che l’ANA realizzerà a Cividale (20 mila euro), al Gruppo Alpini di Latisana per il 70° anniversario (10 mila euro), ai Partigiani dell’Osoppo per il monumento a Franco Martelli (7 mila euro) e, dulcis in fundo, alla Camera di Commercio di Trieste per poter contribuire alla realizzazione della Biennale diffusa in Porto Vecchio come da richiesta dell’irascibile curatore Vittorio Sgarbi.

Per le lingue minoritarie riconosciute sono state stanziate risorse integrative importanti a testimonianza dell’attenzione che la Regione ha per questa tematica: 50 mila euro per lo sloveno, 30 mila euro per il tedesco, 30 mila euro per il resiano e le parlate delle Valli del Natisone e 80 mila euro i dialetti veneti.

Un’ultima considerazione vogliamo riservarla ai fondi messi a disposizione per la lingua friulana e rispetto ai quali abbiamo assistito alla vergognosa levata di scudi del consigliere regionale Piero Camber che per rispetto del suo ruolo istituzionale di presidente della Commissione cultura avrebbe fatto bene ad astenersi da queste considerazioni dal sapore antifriulano.

Comunque sia per questo comparto complessivamente sono state approvate risorse per un totale di 770 mila euro così suddivise:
– 280 mila euro per le associazioni culturali e le emittenti radiofoniche (Colonos, La Grame, Istitut Ladin-Furlan Pre Checo Placerean, Radio Onde Furlane, Radio Spazio 103, ecc.),
– 220 mila euro per il sostegno alle trasmissioni radiofoniche e televisive,
– 50 mila euro alla Società Filologica Friulana,
– 100 mila euro per la formazione degli insegnanti,
– 100 mila euro, infine, sono stati assegnati all’Arlef (Agenzia regionale per la Lingua Friulana) per l’avvio del progetto che dovrebbe istituire a Udine il Teatro Stabile Friulano.
Vogliamo esprimere la nostra più forte contrarietà verso questa ipotesi e  sulla quale già in passato – in occasione dell’approvazione della legge sullo spettacolo dal vivo nel 2008 – avevamo espresso tutte le nostre perplessità. Abbiamo veramente bisogno di un nuovo baraccone per rilanciare la drammaturgia in lingua friulana?
Testi, autori, compagnie teatrali e attori in grado di allestire e mettere in scena spettacoli in lingua friulana ce ne sono già a sufficienza per raggiungere l’obiettivo di valorizzare e rilanciare la lingua e la cultura friulana.
Fortunatamente i buoni testi per essere scritti oggi hanno bisogno solo di un PC, di un po’ di carta e, soprattutto, di buone idee: del carrozzone di un Teatro Stabile Friulano non sentivamo proprio il bisogno.
Consiglio al presidente dell’Arlef e ai promotori di questa superflua iniziativa di andare a rileggersi I Turcs tal Friul scritto a Casarsa nel 1944 da Pier Paolo Pasolini a soli 22 anni e portato in scena ripetutamente e con grande successo fin dal 1976.

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