IL RITORNO DI ILLY È DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE

Malattia, fondatore della civica a sostegno del re del caffé, invoca un leader vero: «La candidatura di Riccardo sarebbe un bene. Ma il Pd vuole un suo uomo»

Bruno Malattia, dal suo cono d’ombra, osserva la scena con un certo distacco. La politica non lo tenta: già dato. Perché ora lo amareggia: «Spero in uno tsunami che azzeri tutto». Non gli piace il Pd che sceglie le primarie di partito, seppur aperte ai simpatizzanti, e le definisce «una burla»: tanto basterebbe, afferma, per favorire Tondo. Quanto al 2013, invoca un vero leader e dice che Riccardo Illy «è un’ipotesi difficile, ma non impossibile». Deluso, certo, ma pronto a giocare le sue carte: la lista civica dei Cittadini, “ha ancora molto da dare”. Avvocato, consigliere regionale nell’era Illy, ha fondato nel 2002 “Una regione in comune” di cui è ancora presidente. L’humus che ha preparato la discesa in campo dell’industriale del caffè.
Le manca la politica? È stata un’esperienza esaltante ma non mi manca, perché ciò che la lista civica dei Cittadini voleva introdurre nella vita pubblica del Friuli Venezia Giulia ha trovato resistenze inconciliabili di chi vuole difendere l’esistente, come Margherita a Forza Italia. Mi riferisco a temi come il limite dei mandati o la trasparenza nelle nomine per mandare avanti i migliori e non chi è fedele al partito.
Qual è il suo giudizio sul quadro attuale? Siamo fermi, non c’è alcun segnale di novità, sia dal punto di vista del ceto politico, sia per la qualità del dibattito. Tanto più grave in una Regione autonoma.
Cosa si augura per le prossime elezioni? Uno tsunami che azzeri tutto. Ma ciò non avverrà e quindi mi auspico che gli elettori non si astengano al voto, ma individuino ciò che davvero rappresenta la novità.
Chi potrebbe essere? Siamo in attesa di un leader. Si è parlato di Bolzonello. Non credo che riuscirà a districarsi, visto che il Pd vuole le primarie di partito e poi farà quelle di coalizione. Un’autentica burla: si arroccano al proprio interno per presentarsi poi agli alleati con candidati deboli.

Mentre il Pd punta alle primarie interne le altre forze di sinistra prendono le distanze. È un autogol? Vivono nelle contraddizioni, è un dato genetico: il Pd è sempre stato un’alchimia difficile da realizzare. Ds e Margherita sono due cose vecchie che non possono fare una cosa nuova.

Tondo potrebbe trarne vantaggio nella corsa per il 2013? Il Fvg è sempre stata una regione conservatrice. Quindi Tondo, in questo immobilismo, ha serie possibilità di vincere. E ciò nonostante quattro anni di delusioni. Rispetto a Illy con Tondo siamo tornati indietro in modo preoccupante. Il Friuli Venezia Giulia di Illy aveva assunto respiro nazionale e internazionale.
Il movimento “Una regione in comune”, con la lista civica dei Cittadini, avrà un ruolo nelle prossime elezioni? Riteniamo di poter avere un ruolo e stiamo lavorando per essere presenti con la lista civica. Il nostro non è un travestimento, come fanno in tanti: liste nuove ma con gli stessi nomi che girano. No, noi non abbiamo transfughi. Ora stiamo elaborando idee diverse rispetto agli altri partiti.
E con chi staranno i Cittadini, con il Pd? Uno degli aspetti più deludenti di questi anni è stato veder soffocare la nostra lista dal Pd. Abbiamo dovuto combattere in una sorta di contrapposizione con i nostri alleati.
Quindi esclude la possibilità di un accordo? No, inizieremo un dialogo, con proposte concrete, obiettivi programmatici e vedremo se ci sono margini. Intanto il Pd guarda al centro, all’Udc. Ciò ci porta lontano.

L’ipotesi di un ritorno di Illy alle regionali del prossimo anno è fantapolitica? È un problema che riguarda Riccardo, non so se voglia ripetere l’esperienza. Ma sarebbe auspicabile vista la sua capacità e le relazioni che ha costruito per questa regione. E saprebbe fare tesoro di errori del passato. Una sua candidatura è difficile, ma non impossibile.

Ci sono contatti, qualcosa si muove nel centrosinistra in questo senso? Credo solo a livello personale. Però c’è un altro problema: il Pd si crede autosufficiente e vuole esprimere un suo candidato.

Il segretario regionale Debora Serracchiani? Ha altre ambizioni, come noto, io la vedo a Roma.

In questi mesi si è molto parlato di costi della politica e della necessità di ridurli. Cosa pensa? Provo fastidio. Ricordo quante difficoltà ho avuto con il mio libro bianco, ora sono tutti poco credibili perché sono sempre gli stessi che mollano a brandelli quello che possono. Non c’è da fidarsi di chi in passato ha avuto atteggiamenti contrari alla trasparenza e al ricambio.

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