TONDO INTERVISTATO DAL GAZZETTINO RISPOSTE INSODDISFACENTI

Perché un voto così severo?
Tondo lamenta che il 70% dell’attenzione sulla manovra è andato al caso del film su Eluana.
Sul merito della questione rinviamo agli altri articoli presenti in questa newsletter; qui ricordiamo solo i responsabili: UDC e LEGA, se non erriamo due partiti della maggioranza che sostiene Tondo.
Sulla terza corsia della A4 Tondo accusa gli avversari politici addirittura di remare contro l’autonomia della Regione.
E’ facile replicare che la collaborazione sui grandi temi strategici nasce dalla correttezza e trasparenza di chi governa. A questo proposito Tondo e la sua Giunta meritano una piena censura: dopo un anno di assoluta opacità è stato necessario un durissimo “allarme rosso” lanciato dal presidente di Autovie Emilio Terpin per svegliare una Giunta la cui inerzia mette a rischio l’esecuzione dell’opera.
Sulla riforma sanitaria Tondo enuncia lo schema 3-1-2: 3 Aziende territoriali, 1 Azienda ospedaliera, 2 Aziende ospedaliero universitarie.
Osserviamo che, giusto o sbagliato che fosse, per mesi è stato annunciato uno schema assai diverso che si basava sull’Azienda territoriale unica e sul passaggio degli ospedali di rete dalle Aziende territoriali a quelle ospedaliere. Ora lo schema proposto cambia e l’iter sarà seguito dall’assessore……Tondo? Molinaro – vero assessore ombra di quest’ultimo anno? Forse De Anna, ma più probabilmente Ciriani? O forse la Savino? Insomma siamo di nuovo al valzer delle deleghe, alla faccia dell’efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa.
A proposito delle dimissioni di Garlatti, Tondo traccia un positivo bilancio dell’azione dell’assessore in quanto avrebbe reso possibili significativi risparmi di spesa pubblica.
Da un lato si osserva un “certo” difetto di precisione: a titolo di esempio, non nell’intervista a Tondo, ma nei comunicati ufficiali di Giunta, tra i risultati conseguiti dai tagli voluti da Garlatti c’è il passaggio delle segreterie dell’esecutivo da 44 a 27 componenti…..in realtà i componenti attuali sono 35 e dunque la Giunta ha dichiarato un taglio doppio rispetto a quello reale.
Ben più importante è però, a nostro avviso, ricordare che Garlatti ha rivestito il ruolo di assessore alle Autonomie locali e che se né andato dopo aver annunciato una riforma estremamente importante ed attesa dagli Enti locali che a questo punto non potrà essere realizzata.
Tondo: Debito vigorosamente tagliato, grandi infrastrutture in corso, riforme importanti in campo.
Il Presidente non poteva esimersi dal ricorrere ai suoi preferiti cavalli di battaglia e quindi ci piace sottolineare in ordine inverso:
riforme importanti in campo……
Tipo quella delle Autonomie locali e della Sanità di cui abbiamo parlato sopra? Ma anche, aggiungiamo, quella della Cultura annunciata ormai da anni, da Molinaro prima e De Anna poi, e che ora parrebbe ormai inutile, visto che il bilancio regionale pullula di capitoli ad hoc dedicati ad ogni genere di realtà culturale – purchè sponsorizzate!
grandi infrastrutture in corso……
Certo! Infatti, oltre alla terza corsia di cui sopra, procede speditamente, ma solo nell’onirico mondo tondiano, la realizzazione del Superporto Trieste – Monfalcone.
debito vigorosamente tagliato….
Qui la questione si fa più tecnica, ma non per questo rinunceremo ad affermare ciò che sta realmente accadendo: si stanno pagando rate di debito vecchio (il cui stock dunque cala), ma nel contempo si sta autorizzando il ricorso a nuovo debito che, guarda caso, dovrà essere contratto da chi subentrerà alla guida della Regione. Insomma una bella polpetta avvelenata.
Dice infine Tondo che con il governo Monti la luna di miele è finita e che sulle risorse ci stanno prendendo in giro.
Sulle risorse del bilancio regionale resta un’unica clamorosa presa in giro: quella perpetrata da questa Giunta nei confronti dei cittadini della nostra regione, quando, piegando la testa di fronte allo spregiudicato Calderoli (Governo Berlusconi), abbiamo regalato 370 milioni all’anno (una massa pari a circa il 10% delle risorse di bilancio annualmente manovrabili) sull’altare di un federalismo neppure nato.

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