COOP: RISPOSTA INSUFFICIENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

La Giunta regionale, tramite l’assessore Molinaro, ha risposto oggi in Aula al question time presentato dal capogruppo di Cittadini – Libertà Civica Stefano Alunni Barbarossa e ad analoghi atti presentati dai consiglieri regionali Alessia Rosolen e Luigi Ferone sulla vicenda delle “Cooperative Operaie di Trieste Istria e Friuli”. Continua a leggere

FINANZIAMENTI ALLA FILM COMMISSION

Il consigliere regionale Piero Colussi (Cittadini-Libertà Civica) esprime una moderata soddisfazione per la decisione assunta dal Presidente Tondo di fare marcia indietro rispetto alla sciagurata iniziativa dell’Assessore Federica Seganti.
Ciò nonostante rimane forte la preoccupazione per il futuro della Film Commission FVG “agenzia” culturale regionale che fin dal 2000 – fra le prime in Italia – svolge una preziosa opera di promozione della produzione cinematografica nel nostro territorio.
Preoccupazione legata innanzitutto alla forte caduta di credibilità della nostra regione conseguente al blitz dell’Assessore Seganti che non ha rispettato il sacrosanto principio dei diritti acquisiti.
Messaggio che in Italia e all’estero è stato tradotto nel fatto che della nostra Regione non ci si può fidare: chi era al Festival di Cannes in questi giorni ha potuto verificare di persona l’incredulità e la delusione dei tanti produttori cinematografici presenti sulla Croisette.
A questo punto c’è un unico modo per uscire onorevolmente da questo autentico pasticcio lanciando un segnale forte e chiaro agli operatori economici e al mondo della produzione cinematografica e televisiva che in questi anni hanno dimostrato di apprezzare molto le nostre location capaci di offrire centri storici di bellezza unica, aree montane, marine e siti naturali di particolare unicità. Basti pensare ai tanti set ospitati nella città di Trieste, all’incanto del lago di Fusine come ammirato nel film “La ragazza del lago”, ai magredi pordenonesi visti con gli occhi di Gabriele Salvatores in “Come Dio comanda”.
Per questi motivi è necessario che la dotazione del Film Fund venga reintegrata completamente ai livelli degli anni scorsi. La proposta di alcuni consiglieri regionali di maggioranza di dare un contentino alla fiction che si girerà quest’estate a Trieste “Un caso di coscienza 5” non basta davvero.

LA RIFORMA DELLE PROVINCE

A far notizia non dovrebbe essere l’impugnativa del Governo della LR n. 3 del 9 marzo 2012 “Norme urgenti in materia di autonomie locali”. È l’inevitabile esito, da noi ampiamente previsto, di una disciplina delle modalità di elezione, formazione e composizione degli organi di governo delle Province difforme rispetto alle disposizioni introdotte dal decreto legge n. 201/2011.
A far notizia dovrebbero essere invece, a due mesi dall’approvazione della legge regionale, i risultati della concertazione in salsa friulana avviata dall’assessore alle Autonomie locali Garlatti e prodromica alla rapida presentazione di un disegno di legge di riforma. Concertazione che prevedeva l’istituzione di due tavoli distinti. Un tavolo Regione-Comuni ed un tavolo Regione-Province.
Ebbene questi tavoli, se pur formalmente costituiti, non si sono ancora neppure riuniti! Sarà forse perché in realtà, per ciò che attiene le Province, la “rivoluzionaria” riforma che verrà partorita da questa maggioranza consisterà al più nell’attribuzione alle Province di qualche nuova competenza dismessa dalla Regione o da qualche ente inutile?

Il gruppo consiliare Cittadini Libertà Civica crede, all’opposto, che la nostra Regione Autonoma, avendo competenza primaria in materia di ordinamento degli enti locali, non dovrebbe perdere l’occasione per portare a compimento il percorso riformista avviato con la legge regionale 1/2006 (Principi e norme fondamentali del sistema Regione – autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia) affrontando una volta per tutte il problema del governo di area vasta.
La possibilità di mettere in discussione il ruolo delle Province rende oggi più facile che nel 2006 affrontare tale problema.
In quest’ottica non si tratta, a nostro avviso, di abolire le Province, ma di modificarle in modo sostanziale. Di modificarne la natura. Proprio perché possano concorrere a risolvere le problematiche di area vasta (che certamente non troverebbero soluzione con l’abolizione delle Province).
In questo senso, prima di discutere delle modalità elettive, vanno delineati i tratti essenziali che l’ente provinciale dovrebbe assumere e che a nostro avviso potrebbero essere i seguenti:
1) un ente essenzialmente sburocratizzato e privo di competenze di amministrazione attiva. Amministrazione attiva che deve competere essenzialmente ai Comuni in forma singola ed associata;
2) un ente la cui competenza si risolva nell’essenziale funzione di coordinamento e di programmazione degli interventi di area vasta.

Se veramente si vuole attuare una riforma delle Province in questa legislatura il tempo degli annunci si è ormai consumato.

NUOVE NORME PER LE NOMINE NELLE SOCIETÀ DELLA REGIONE

In occasione dell’avvio dell’esame del disegno di legge 131 sul riordino e la disciplina della partecipazione della Regione in società di capitali, il consigliere dei Cittadini-Libertà Civica Piero Colussi ha chiesto l’abbinamento della proposta di legge n. 7 presentata l’11 giugno 2008 assieme ai colleghi Alunni Barbarossa, Agnola e Corazza concernente “Nuova disciplina delle nomine di competenza regionale”.
La proposta di legge, oltre ad ampliare concretamente la platea delle persone che possono aspirare a una nomina, consente al Consiglio regionale, alla Giunta regionale e alla Giunta per le nomine, che conservano la responsabilità di assumere le decisioni, di disporre di migliori, più omogenei e congrui elementi di valutazione delle professionalità e delle competenze e di indicazioni oggettive sulla misura dei compensi.
Nel dettaglio, gli elementi che caratterizzano la legge sono:
– la pubblicazione entro il 30 ottobre di ogni anno dell’elenco delle nomine che saranno effettuate nell’anno successivo;
– la possibilità per ogni cittadino che ritiene di avere requisiti, appartenga o meno a un partito, di proporsi per un incarico presentando il proprio curriculum secondo un modello uniforme;
– la non cumulabilità degli incarichi;
– il limite massimo di due mandati;
– la costituzione di un’Autorità di garanzia alla quale è affidato il compito di:
esaminare i curricula;
predisporre l’ elenco dei candidati idonei;
fornire all’organo deputato alla nomina indicazioni sulla misura dei compensi per ciascun incarico;
compiere verifiche imparziali sull’operato e sull’efficacia della gestione delle società e degli enti.
La proposta di Legge fornisce inoltre precisi criteri di incompatibilità con le nomine escludendo, ad esempio, i soggetti che hanno riportato condanne, anche non in via definitiva, per reati che prevedono una pena superiore nel massimo a cinque anni, per reati contro la pubblica amministrazione o per reati fiscali.

Chiedendone l’esame abbinato con la legge sulle partecipazioni regionali, Colussi ha dichiarato: ”E’ una proposta di legge presentata nella legislatura precedente dal Gruppo dei Cittadini, un’ eccellente base di partenza per il legislatore regionale perchè rappresenta un passo in avanti in materia di trasparenza. Al pari dei costi della politica, della semplificazione burocratica, del necessario disboscamento delle partecipazioni pubbliche, il tema delle nomine pubbliche rappresenta oggi un tema da trattare con estrema urgenza. E’ importante, infatti, che le nomine non siano più a disposizione esclusiva di chi vive nel palazzo, ma che vengano assegnate secondo criteri di merito anche alle personalità della società civile che dispongano della professionalità adatta».

PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE UFFICI POSTALI LA REGIONE ISTITUISCA UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE

“Interrogazione da parte del capogruppo ALUNNI BARBAROSSA”
premesso che il servizio postale riveste anche un importante ruolo sociale e che perciò sarebbe necessario che l’Amministrazione regionale fosse informata dei programmi di riorganizzazione del servizio che incidono sulla quantità e qualità dello stesso;
considerato che, nonostante le proteste dell’ANCI, dei sindaci dei comuni interessati e dei sindacati, è appena divenuta operativa la nuova fase della riorganizzazione di Poste Italiane in Friuli Venezia Giulia. che ha determinato la chiusura di diciotto uffici postali e la riduzione delle aperture in altri venticinque uffici sul territorio regionale;
atteso che la riorganizzazione di questi giorni rischia di essere solo la prima fase di una ristrutturazione ancora in corso e potremmo ritrovarci dunque, tra pochi mesi, con altri sportelli costretti improvvisamente a chiudere;
considerata la necessità di intraprendere tutti i passi necessari affinché ogni ipotesi di razionalizzazione della rete postale, per le sue implicazioni sulla quotidianità dei nostri corregionali, venga concordata non solo con le organizzazioni sindacali, ma con la stessa Regione e gli Enti Locali,
interroga
la Giunta regionale per sapere se non ritenga necessario istituire urgentemente un tavolo di concertazione tra Poste Italiane da un lato e Regione, Comuni ed organizzazioni sindacali dei lavoratori dall’altro, così da consentire un confronto con le reali esigenze del territorio ed evitare che la chiusura di un servizio al pubblico venga calata dall’alto com’è appena accaduto.

Presentata alla Presidenza il 30 gennaio 2012

FERMI AL PALO TRE PROGETTI STRATEGICI PER TRIESTE E LA REGIONE

Sarà stato l’effetto dei fischi che il ministro delle Infrastrutture si è beccato dai costruttori esasperati per le tante, troppo promesse non mantenute, fatto sta che il ministro Altero Matteoli ed il suo collega dello Sviluppo economico Paolo Romani hanno protestato vivacemente per i tagli imposti da Giulio Tremonti Continua a leggere