PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE UFFICI POSTALI LA REGIONE ISTITUISCA UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE

“Interrogazione da parte del capogruppo ALUNNI BARBAROSSA”
premesso che il servizio postale riveste anche un importante ruolo sociale e che perciò sarebbe necessario che l’Amministrazione regionale fosse informata dei programmi di riorganizzazione del servizio che incidono sulla quantità e qualità dello stesso;
considerato che, nonostante le proteste dell’ANCI, dei sindaci dei comuni interessati e dei sindacati, è appena divenuta operativa la nuova fase della riorganizzazione di Poste Italiane in Friuli Venezia Giulia. che ha determinato la chiusura di diciotto uffici postali e la riduzione delle aperture in altri venticinque uffici sul territorio regionale;
atteso che la riorganizzazione di questi giorni rischia di essere solo la prima fase di una ristrutturazione ancora in corso e potremmo ritrovarci dunque, tra pochi mesi, con altri sportelli costretti improvvisamente a chiudere;
considerata la necessità di intraprendere tutti i passi necessari affinché ogni ipotesi di razionalizzazione della rete postale, per le sue implicazioni sulla quotidianità dei nostri corregionali, venga concordata non solo con le organizzazioni sindacali, ma con la stessa Regione e gli Enti Locali,
interroga
la Giunta regionale per sapere se non ritenga necessario istituire urgentemente un tavolo di concertazione tra Poste Italiane da un lato e Regione, Comuni ed organizzazioni sindacali dei lavoratori dall’altro, così da consentire un confronto con le reali esigenze del territorio ed evitare che la chiusura di un servizio al pubblico venga calata dall’alto com’è appena accaduto.

Presentata alla Presidenza il 30 gennaio 2012

Un pensiero su “PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE UFFICI POSTALI LA REGIONE ISTITUISCA UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE

  1. Purtroppo negli ultimi anni il delcnio ed il degrado del centro storico e8 un fatto evidente, incontestabile e col tempo si e8 pure rafforzato.Ma da dove nasce tutto cif2? e perche8?Dall’inizio degli anni 90 i ns compaesani hanno piano piano cominciato a trasferirsi altrove, e viceversa gli immigrati hanno cominciato a popolare il paese; nel frattempo le attivite0 commerciali sono via via sparite fino al punto che oggi ormai si contano nelle dita di una mano e quelle poche rimaste hanno gravi difficolte0.Obbiettivamente tutto cif2 ha trasformato quello che tanti anni fa era un centro storico vivo in un centro storico fantasma, grigio e vuoto.Basta fare un giro in corso un qualsiasi giorno, in particolare il sabato pomeriggio (che in teoria dovrebbe essere il momento di maggior affluenza) per rendersi conto di quanto sia triste e deprimente (con la presenza di qualche immigrato in que0 e le0).Questo per carite0 e8 il risultato di un cambiamento sociale piu ampio, dove da un lato la globalizzazione ha fatto sec che i paesi sono diventati ormai multietnici, e dall’altro la grande distribuzione ha preso il sopravvento e spazzato via le attivite0 locali.A tutto cif2 aggiungiamoci pure la peggiore crisi dal dopoguerra ed il gioco e8 fatto.Perf2 tutto questo a S.Croce e8 amplificato, basta considerare che e8 la prima citte0 della provincia di Pisa con il maggior numero di immigrati (che vengono qui poiche9 trovano lavoro nelle concerie e soprattutto case/affitti a basso costo proprio nel centro storico).Ovvio che l’integrazione comporta vantaggi e svantaggi, ma quello che io mi domando e8 come mai il nostro centro storico e8 cosec degradato, pieno di immigrati e privo di negozi, mentre i centri storici di altri piccoli paesi limitrofi (es. Castelfranco o Fucecchio), riescono nonostante tutto ad integrare popolazione locale con immigrati e soprattutto avere un buon numero di negozi.Insomma, perche9 gli altri paesi hanno un centro storico decoroso e noi no?Se uno fa un giro nel corso a Fucecchio il sabato (e sto parlando di Fucecchio, non Firenze), si rende conto che e8 tutta un’altra cosa rispetto a S.Croce c’e8 gente, negozi, iniziative insomma niente a che vedere con S.Croce (eppure, non dimentichiamo che anche a Fucecchio la presenza di immigrati e8 notevole).Premesso che non esiste una formula magica e probabilmente nemmeno una soluzione certa e definitiva a questo problema (poiche9 e8 molto piu complesso di quanto sembra) io credo che proprio osservando altri paesi si possono fare almeno delle considerazioni.La pif9 importante, quella che secondo me e8 alla base di tutto, e8 che a differenza di altri centri storici, a S.Croce mancano completamente quelle attivite0 pubbliche che per un motivo o l’altro attirano gente: sto parlando di banche, poste e non per ultimo il Comune.Infatti non credo sia sufficiente un ufficio anagrafe aperto poche ore al giorno per attirare un pf2 di gente oppure 2 banche ai lati estremi del corso (Credem e Cari-PI-LU-LI).Ci vogliono le attivite0 DENTRO il Corso, ben visibili e presenti.Se facciamo un giro nel corso a Fucecchio, Empoli o Pontedera, vediamo chiaramente come i posizionamenti sono strategici: il Comune e8 in mezzo al Corso (o comunque vicinissimo) e poi ci sono banche e sportelli bancomat ovunque, sparsi nel centro del paese.Questo genera traffico, persone e affollamento pedonale.Mi viene in mente il vecchio e dismesso Hotel Cristallo nel cuore del paese: sare0 utopistico, ma se fosse la sede del Comune, oltre ad avere un significato simbolico, darebbe visibilite0 al centro storico.D’altronde le catene in franchising (es. abbigliamento tipo Benetton o Sisley, profumerie La Gardenia e via dicendo) non apriranno mai un negozio in un corso-fantasma come S.Croce: loro si basano su indagini di mercato ben precise e mai investirebbero in un centro storico come il nostro.Mancando le principali attivite0 pubbliche (e ribadisco: banche poste comune), non si sviluppa traffico e presenza di persone.Questo a mio avviso e8 il punto fondamentale, per quanto possa essere difficile da concretizzare.Quindi Punto nr. 1 : favorire attraverso incentivi, l’insediamento di pubbliche attivite0 come sopra esposto, nei fondi sfitti (e ce ne sono a decine) del centro storico: se non si creano i presupposti per ridare vita al corso in questa direzione, l’insediamento di attivite0 private e8 assolutamente utopistico.Punto nr. 2 : creare nuovi spazi per parcheggi o potenziare quelli esistenti (ad es. l’ex area agip andrebbe potenziata su 2 o 3 piani, moltiplicando quindi il nr. di posti auto). Quello che voglio far capire e8 che l’accesso al Centro storico deve essere facile e agevole per chi viene da fuori. Oggi non lo e8, o almeno non abbastanza.Punto nr. 3 : massiccio potenziamento delle attivite0 del Teatro Verdi, che secondo me dovrebbe ospitare non solo spettacoli di teatro. Per me dovrebbe essere aperto 7 giorni su 7 o quasi, ad esclusione dei mesi estivi. Ad esempio potrebbe essere affittato per convegni, conferenze, meeting, seminari, corsi di formazione, dibattiti politici, culturali, sportivi etc etc queste sono le prime idee che mi vengono in mente.Punto nr. 4 : creazione della Foresteria nel Monastero di S.Cristiana e dare quindi la possibilite0 di alloggio ai turisti. Tra l’altro (ad esclusione di un desolante Hotel San Carlo) ricordiamoci che a S.Croce non vi sono attivite0 ricettive. Inoltre (se fosse possibile) aprirei il Monastero al pubblico: a mio avviso se una struttura del genere fosse aperta al pubblico (o almeno una parte di essa, magari ad orari prestabiliti, come un museo) darebbe lustro al centro storico, diverrebbe un ritrovo spirituale e attirerebbe turismo.Punto nr. 5: favorire, sviluppare, incrementare il carnevale, la festa dell’amaretto, mercatini ed in genere qualsiasi evento di piazza e non solo. Tra l’altro guai a spostare il mercato del sabato da Piazza Matteotti alla zona della Coop (come qualcuno vorrebbe fare). Sarebbe un colpo durissimo, probabilmente mortale, per il centro storico.Io credo che se si realizzassero tutti e 5 i punti di cui sopra (opportunamente studiati e progettati), la gente tornerebbe ad affollare il centro storico e si favorirebbe l’insediamento di nuove attivite0 e negozi.Oggi come oggi, alle attuali condizioni, chi ha una minima visione di mercato sa benissimo che l’apertura di un negozio nel cuore di S.Croce e8 una scommessa persa in partenza.Triste a dirsi, ma purtroppo e8 l’amara verite0.Per fare in modo che la scommessa possa rivelarsi vincente, bisogna prima di tutto ricrearne le condizioni, altrimenti il centro storico e8 destinato a rimanere povero, triste e abbandonato.Queste sono le mie personali considerazioni, spero che possano servire a qualcosa.Grazie.Roberto Castellani

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