PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

UNA PROPOSTA INSUFFICENTE, INCAPACE DI DARE RISPOSTA AI  PROBLEMI

Con grave e colpevole ritardo dovuto anche al succedersi di ben tre diversi assessori regionali all’ambiente (Lenna, De Anna, Ciriani) arriva all’approvazione della IV Commissione consiliare il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani.
Si tratta di un lavoro imponente e accurato nella parte di analisi dei dati, assolutamente insufficiente e deludente, invece, nelle indicazioni e sulle prospettive future di questo importante settore dei servizi alla comunità.
Sembra quasi che la preoccupazione maggiore sia stata quella di garantire le esigenze di continuità dei tanti gestori di impianti che compongono l’intera filiera dei rifiuti nelle quattro province senza operare quelle scelte innovative capaci di spingere a fondo verso la riduzione degli stessi e l’implementazione della raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta. Nulla viene detto, inoltre, riguardo il grave problema sanitario e ambientale collegato all’incenerimento dei rifiuti e, anzi, si sostiene il nuovo progetto di “recupero energetico” attraverso l’incenerimento del combustibile solido secondario (ex CDR-Q) anche nei cementifici in particolare del Friuli Occidentale.
Il Piano era stato inviato al Consiglio regionale ancora alla fine del 2009 in una forma molto diversa da quella che oggi ci troviamo di fronte per il parere consiliare.
Non più delle norme di attuazione molto dettagliate e specifiche bensì delle linee guida essenziali, generiche e piene di buone intenzioni.
L’unica vera novità, peraltro auspicata anche dal nostro gruppo, è rappresentata dall’istituzione di un unico Ambito Territoriale Ottimale coincidente con il territorio regionale.
Troppo poco per giustificare i tre anni di gestazione e di ripetuti ripensamenti intervenuti rispetto alle intenzioni espresse inizialmente dall’Assessore Vanni Lenna che puntava, almeno a parole, al superamento della pratica dell’incenerimento dei rifiuti e alla necessità di realizzare nuove discariche.
Troppo poco per raggiungere entro la fine del 2012 almeno il 65% di raccolta differenziata come prevedono le Direttive europee e la norma di recepimento statale;
troppo poco per garantire una reale riduzione pro-capite nella produzione di rifiuti urbani.
Il gruppo consiliare dei Cittadini-Libertà Civica – che in questi anni ha promosso diversi convegni e momenti di confronto su questo tema – ha proposto alcune precise integrazioni e modifiche alla bozza di Piano della Giunta regionale finalizzate a raggiungere i seguenti obiettivi:
1) implementazione decisa della Raccolta Differenziata porta a porta per il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Europa e dalle norme statali di recepimento

    attraverso l’introduzione di linee guida regionali per valorizzare le buone pratiche e di sanzioni per i comuni che non rispettano le quote prefissate;
2) implementazione della riduzione e prevenzione dei rifiuti con l’introduzione del limite preciso da raggiungere:

    una produzione pro-capite di 430 kg/abitanti entro il 2013 (oggi siamo a 482,26 kg/abitanti);
3) introduzione di una moratoria per l’utilizzo del combustibile solido secondario nei cementifici della regione e l’adozione del principio di precauzione previsto dalla

    Convenzione di Rio del 1992. Ad oggi la regione ha già autorizzato l’impianto industriale di Fanna nella pedemontana pordenonese ad utilizzare il CSS

    sottovalutando le conseguenze per la salute e l’ambiente di questa pratica in un territorio già pesantemente interessato dalla presenza di industrie altamente

    inquinanti;
4) promozione dell’innovazione impiantistica finalizzata all’integrazione di quanto già esiste con la realizzazione di impianti ad alta capacità di recupero di
materia e la produzione di granulato plastico, sabbia sintetica, plastica. Un riferimento concreto potrebbe essere l’impianto attivo a Vedelago in provincia di Treviso.

Per queste ragioni abbiamo espresso il nostro parere negativo al Piano dei rifiuti proposto dalla Giunta regionale.

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