FONDO AUTONOMIA POSSIBILE

Raccogliendo un’accorata richiesta dell’AITSaM di Pordenone ed in particolare del suo presidente Germano Cicutto, scomparso purtroppo nelle scorse settimane, la Regione ha provveduto a modificare il regolamento del fondo per l’autonomia possibile (FAP) consentendo una proroga di ulteriori due anni dei progetti sperimentali a favore di pazienti affetti da problemi di salute mentale. Continua a leggere

ENDOMETRIOSI, LA REGIONE VERSO LA PRIMA LEGGE IN ITALIA

Il provvedimento sull’endometriosi incassa il si della III Commissione. Il Friuli Venezia Giulia si candida a diventare la prima Regione italiana ad intervenire con una legge che potrebbe riconoscere, per prima, la patologia come malattia invalidante a grande impatto sociale.
In allegato articolo de Il Gazzettino del 21 giugno 2012

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QUALE FUTURO PER IL CONSULTORIO FAMILIARE DI PORDENONE?

Rispondendo all’interrogazione a risposta immediata presentata dal consigliere regionale Piero Colussi (Cittadini-Libertà Civica) nei giorni scorsi sull’ipotesi di riorganizzazione dei servizi territoriali del distretto sanitario di Pordenone ed in particolare sul rischio di dispersione del Consultorio familiare, oggi in aula l’assessore regionale Elio De Anna, che sostituiva il presidente Renzo Tondo impegnato a Roma, ha affermato che l’attività del consultorio non verrà smembrata e che verrà spostata in via De Paoli dove oggi opera il Centro di Salute Mentale.
Riguardo poi l’ipotesi suggerita dallo stesso consigliere Colussi e sollecitata anche dai sindaci dei comuni del distretto urbano (Pordenone, Porcia, Cordenons e Roveredo in Piano) di utilizzare per ospitare questi servizi il secondo piano del padiglione G dell’Ospedale Civile, la Giunta regionale ha riferito che tale ipotesi è stata valutata già nel corso del 2010 dalle due aziende pordenonesi, ma che non è stata ritenuta praticabile per i costi relativi ai necessari lavori di sistemazione. Costi valutati in diverse centinaia di migliaia di euro.
Piena condivisione, invece, è stata espressa dal consigliere Colussi in merito alla decisione di collocare il Centro di Salute Mentale in via Montereale a fianco dell’attuale sede del Centro 24 ore così come richiede il Piano Socio Sanitario Regionale.
Riguardo infine il destino del Dipartimento di Neuropsichiatria Infantile, oggi ospitato in maniera del tutto inadeguata – causa le barriere architettoniche esistenti – in un condominio di via Oberdan, sembrerebbe che l’ipotesi più probabile sia quella di un ritorno a Villa Carinzia dove un tempo era operativo il CASP di proprietà della Provincia di Pordenone.
I nodi non sono ancora tutti sciolti e sono in corso – a quanto sembra – ulteriori verifiche: l’ipotesi illustrata sembra però scongiurare quella sciagurata idea di smembramento del Consultorio Familiare.

 

APPROVATA LA PETIZIONE PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE CCSVI

La III Commissione consiliare, presieduta da Giorgio Venier Romano ( UDC) ha approvato a maggioranza la petizione promossa dall’Associazione CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebro spinale) che chiede il ripristino immediato delle prestazioni di diagnosi e trattamento della CCSVI nei pazienti con sclerosi multipla all’interno del Servizio sanitario e l’avvio di centri di diagnosi e cura per il suo trattamento.
Astenuta Mara Piccin (Lega Nord), l’unico voto contrario è stato quello del consigliere del Pdl Franco Dal Mas, diversamente dal suo Gruppo, e che ha motivato la contrarietà per ragioni procedurali, candidandosi anche come relatore di minoranza per l’Aula. Relatori di maggioranza, invece, saranno Annamaria Menosso e Roberto Novelli (Pdl).
Dalla Commissione la petizione arriverà in Consiglio regionale accompagnata da un ordine del giorno. Una scelta motivata dal fatto che il provvedimento non può essere modificato, può solo essere accolto o respinto. Ed è su questo punto che si sono inserite le osservazioni di Dal Mas sulla procedura. Nell’ordine del giorno la Commissione svilupperà le proprie osservazioni, dopo che un altro ordine del giorno sull’argomento – ha ricordato Venier Romano – era stato presentato dai consiglieri Alunni Barbarossa e Colussi (Cittadini-Libertà Civica) in coda alla Finanziaria e, pur non accolto dalla Giunta, era stato votato e approvato dall’Aula.
A testimoniare l’attenzione al problema e alle istanze dei cittadini le riflessioni sviluppate anche nel dibattito dei consiglieri e nel confronto con il mondo scientifico rappresentato da Roberto Eleopra, direttore del dipartimento di Neuroscienze e SOCneurologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Udine, assieme ad Annapaola Agnolotto, della direzione centrale della salute, che hanno riassunto la situazione regionale alla luce dei documenti ministeriali.
Il Friuli Venezia Giulia ha infatti aderito a due studi sul tema della CCSVI e la sclerosi multipla: uno, di tipo osservazionale, attualmente in corso nel centro di Trieste, basato su 685 pazienti, finalizzato a valutare la correlazione tra la sclerosi e la malformazione vascolare; l’altro, di tipo interventistico, nei centri di Trieste e di Udine, per valutare l’efficacia clinica e la sicurezza dell’intervento di disostruzione delle vene extracraniche nei pazienti con sclerosi multipla e diagnosi di CCSVI, per il quale è già stata avviata la formazione per la diagnostica e che potrebbe essere concluso nell’estate 2013. Al di fuori di questi binari, fare questo tipo di intervento, per la direzione della salute, non è al momento opportuno. Intervento che per altro viene eseguito nel privato.
Le osservazione dei consiglieri hanno sollecitato chiarimenti e approfondimenti scientifici in merito alla sperimentazione e alla ricerca in corso e riguardo le terapie farmacologiche, i rischi, le aspettative dei pazienti, ma anche sulle soluzioni adottate altrove. In un modo o nell’altro, da Lupieri, Menosso e Codega (PD) a Colussi (Citt), Agnola (Idv), Pustetto (SA-SEL) e Novelli (Pdl), i consiglieri hanno evidenziato il giudizio di valore politico a cui la petizione richiama. Occorre prendere atto della realtà, non creare false illusioni intorno a un tipo di intervento i cui vantaggi non sono scientificamente validati ma che pure risulta a basso rischio, e valutare pertanto la possibilità di cogliere questa opportunità

NON PIÙ TOLLERABILI I BLACK OUT INFORMATICI NEL SETTORE SANITARIO

Purtroppo ciò che è accaduto lunedì 14 febbraio negli Ospedali ed Aziende sanitarie della nostra Regione è solo la punta dell’iceberg di una serie di disservizi informatici che, come più volte denunciato dagli stessi responsabili delle strutture sanitarie, hanno un preoccupante tasso di ripetitività.
Credo comunque che il caso specifico, un vero e proprio black out informatico di una giornata protrattosi in parte anche nella giornata successiva, dovrà essere adeguatamente motivato.
A questo proposito ho presentato un’interpellanza urgente alla Giunta regionale.
Visto che la Regione deve esercitare su Insiel, società in house regionale, un controllo analogo a quello che esercita sui propri Servizi, vorrei sapere dalla Regione se corrisponda al vero la versione fornita da Insiel. E se, come dice l’Azienda, un così pesante black out è derivato da un programmato adeguamento software, vorrei sapere per quali ragioni non vi sia stata la capacità di organizzare per tempo un presidio adeguato a tutela dell’utenza, che avrebbe ben potuto essere preventivamente informata in merito a possibili disservizi.
Nonostante il lunedì rappresenti notoriamente una giornata ad alta intensità di prestazioni, in assenza di qualsiasi comunicazione preventiva, i cittadini hanno dovuto rinunciare alle ordinarie attività di prenotazione visite ad esami, pagamento ticket, acquisizione referti.
Per queste ragioni ho ritenuto opportuno chiedere alla Regione di avviare, ai sensi dell’articolo 8 della legge regionale 9/2011, adeguate azioni di vigilanza nei confronti di Insiel.

Piero Colussi Consigliere regionale Cittadini-Libertà Civica

A QUANDO L’APPROVAZIONE DEL NUOVO PIANO ONCOLOGICO REGIONALE?

Con una interpellanza depositata oggi il consigliere regionale Piero Colussi interroga l’Assessore regionale alla salute Renzo Tondo per conoscere i motivi del ritardo nella presentazione del nuovo Piano Oncologico Regionale la cui predisposizione era stata annunciata ancora nel Piano Socio-Sanitario Regionale 2010-2012 dall’Assessore Vladimir Kosic. In particolare si chiede quale sia lo stato di avanzamento del lavoro di predisposizione del documento, quale sia lo struttura organizzativa impegnata nella sua redazione e quali i tempi per la sua definitiva approvazione.
La recente pubblicazione dei dati rilevati dal gruppo di lavoro del Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia diretto dal dott. Diego Serraino presso il CRO di Aviano confermano che la nostra regione detiene il maggior tasso di incidenza di malattie neoplastiche in Italia. Pur sottolineando i risultati incoraggianti emersi dall’analisi dei dati di sopravvivenza relativo alle persone con diagnosi di tumore, non possiamo non interrogarci sui motivi di questo preoccupante primato e, soprattutto, quali azioni di politica sanitaria e non solo, sia necessario mettere in atto per affrontare sempre meglio questa drammatica situazione.
Il primo Piano Oncologico Regionale fu presentato nel 1998 dall’allora Assessore alla sanità Giampiero Fasola e non vi è dubbio che molti degli obiettivi inseriti in quel Piano siano stati raggiunti, come documenta anche il Report delle attività novembre-dicembre 2010 redatto dalla direzione centrale della salute e intitolato “Dal PSSR 2010-2012 al 2° Piano regionale delle malattie oncologiche”.
D’altro canto lo stesso Report metteva in luce come “tra gli obiettivi del POR 1998 non attuati o attuati solo in parte si evidenziavano: la realizzazione dei dipartimenti di area vasta, l’intervento nell’area della prevenzione primaria, la strutturazione di servizi di consueling genetico, l’evoluzione dei sistemi informativi (interconnessione del sistema, estrazione periodica di dati utili, risk management), il coinvolgimento degli MMG per la continuità assistenziale, la diffusione di modelli positivi di assistenza extra-ospedaliera (ADI, Hospice…), lo sviluppo del coordinamento regionale dell’attività di ricerca.” Nel documento era già stata individuata la data del 25 marzo 2011 per lo svolgimento degli Stati generali dell’Oncologia e a seguire l’approvazione del Piano regionale.
A ben vedere si tratta di un’analisi accurata e consapevole di quanto ancora ci sia da fare nella nostra regione per migliorare il sistema della prevenzione e delle cure di questa importante patologia. Crediamo sia arrivato il momento in cui la Giunta regionale si scuota dal torpore in cui sembra adagiata e provveda a licenziare questo importante documento di programmazione sanitaria. Continuare a sostenere che la sanità della nostra regione è una eccellenza riconosciuta da tutti e che tutto va bene, evidentemente non basta più.

Piero Colussi Consigliere regionale Cittadini-Libertà Civica

In allegato la relazione aggiornata del Dr. Gustavo Mazzi

L’OSPEDALE DI PORDENONE NON PUÒ PERDERE IL DOTT. RUGGERO MELE

La notizia dell’intenzione del dott. Ruggero Mele – responsabile dell’unità operativa di chirurgia della mano  dell’Azienda Ospedaliera Pordenonese – di andare in pensione anzitempo ci ha colto tutti di sorpresa. Le qualità e le capacita di questo medico – specializzato nella chirurgia della mano – le conosciamo ed apprezziamo da tempo: la stessa Regione ha riconosciuto fin dal 1999 a questo reparto la funzione di rilievo regionale. Funzioni che a Pordenone sono riconosciute – ahimè – per pochissime specialità. Perdere questa significherebbe depauperare ulteriormente  la capacità di attrazione e la qualità dell’offerta sanitaria dell’Azienda Ospedaliera.
Non conosco i motivi del disagio attualmente esistente fra il dott. Mele e la direzione dell’ospedale; auspico solo che il direttore generale Luciano Zanelli faccia il possibile – e magari l’impossibile – per far cambiare idea al nostro chirurgo.
Una soluzione diversa rappresenterebbe una sconfitta per tutti.
Piero Colussi
Consigliere regionale “Cittadini-Libertà Civica”

TUMORI IN FRIULI VENEZIA GIULIA LA REGIONE DIA AVVIO AD UN SERIO STUDIO EPIDEMIOLOGICO

Nei giorni scorsi dopo le notizie pubblicate sulla stampa circa l’alta incidenza dei tumori in Friuli Venezia Giulia ed in particolar modo nella Provincia di Pordenone mi sono recato al CRO di Aviano per chiedere il materiale di documentazione e le necessarie spiegazioni sulla vicenda al dott. Diego Serraino direttore epidemiologia e biostatistica e responsabile del registro regionale dei tumori.
Dal colloquio è emerso che ci sarebbe stato un fraintendimento da parte della stampa circa i dati riportati nel comunicato diffuso dal CRO in occasione della presentazione del rapporto “I tumori in Friuli Venezia Giulia. Dati di incidenza, sopravvivenza e prevalenza: aggiornamento al 2007” pubblicato nel settembre 2011 dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Nell’occasione mi sono anche impegnato, vista la delicatezza dell’argomento, a promuovere una urgente audizione in Commissione regionale Sanità così da poter consentire ai ricercatori del CRO di illustrare ai commissari i dati ed i contenuti della ricerca del Registro Tumori del FVG.
Il presidente della III Commissione consiliare Giorgio Venier Romano su sollecitazione del vice Sergio Lupieri ieri ha accolto prontamente tale richiesta convocando i responsabili del Registro Tumori ed i curatori della ricerca in audizione a Trieste per martedì 14 febbraio alle ore 14.30.
Allo stesso tempo, però, sollecitavo il dott. Diego Serraino a rettificare quanto prima  quelle informazioni che, a suo dire, erano state riportate in maniera incompleta dalla stampa e che avevano suscitato tanto allarme nei cittadini.
Onestamente mi aspettavo la convocazione di una conferenza stampa indetta dai vertici del CRO – direttore generale, direttore scientifico – finalizzata ad una corretta informazione su dati così sensibili.
Apprendo dalle agenzie, con una certa sorpresa, che la conferenza stampa è stata invece indetta dal Presidente della Provincia di Pordenone Alessandro Ciriani e che si svolgerà martedì 7 febbraio alle 11 nella sala stampa della stessa, con l’obiettivo di “fornire una precisa lettura dei dati sui tumori in regione e correggere interpretazioni errate e allarmismi ingiustificati”.
Pur apprezzando la preoccupazione del Presidente Ciriani mi meraviglio che i vertici del CRO – che semmai dovrebbero fare riferimento istituzionalmente alla Regione – non abbiano ritenuto urgente e necessario promuovere autonomamente una analoga iniziativa.
Comunque sia rimane da capire perché in Friuli Venezia Giulia “l’incidenza di tumori maligni e la mortalità per neoplasie sono tra le più alte d’Italia. Il tasso di mortalità pari a 42,66 per 10.000 ed è secondo solo a quello della Lombardia.”: lo diceva nel 2009 a pag. 9 l’Assessore regionale alla salute Vladimiro Kosic nel Libro Verde sul futuro del sistema sociosanitario regionale.
Credo che per rassicurare i cittadini su questo punto più che una conferenza stampa sarà necessario avviare un serio studio epidemiologico che dia risposte ai tanti dubbi e alle tante preoccupazioni che questo triste primato assegna alla nostra regione.

Piero Colussi Consigliere regionale Cittadini-Libertà Civica

FVG REGIONE CON LA PIÚ ALTA INCIDENZA DI MALATTIE ONCOLOGICHE IN ITALIA

Confesso che, purtroppo, la notizia pubblicata ieri con grande rilievo, che siamo la regione e la provincia con la più alta incidenza di malattie oncologiche in Italia non mi ha colto di sorpresa.
Gli ultimi dati disponibili all’anno 2007 raccolti dal Registro dei Tumori del Friuli Venezia Giulia affidato al CRO di Aviano sono noti da tempo e personalmente li ho segnalati con grande preoccupazione anche recentemente in occasione della discussione in Consiglio regionale del nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti urbani dove evidenziavo la correlazione fra l’incenerimento degli stessi, la produzione di molecole altamente inquinanti (diossine in primis) e le negative conseguenze sulla qualità dell’aria che respiriamo. Mi riferivo, ovviamente, al prossimo utilizzo del CDR-Q nel cementificio di Fanna. Continua a leggere